mercoledì 5 dicembre 2018

Sleep ‎– The Sciences (2018)

Ci sono voluti 9 anni dalla reunion ufficiale per ritrovarci fra le mani il nuovo disco degli Sleep, con un artwork curiosamente fantascientifico; eppure basta scrutare un secondo in più fronte e retro per avvistare dei cimotti di ganja che galleggiano nello spazio, fra la sonda e l'astronauta, o per meglio dire, il Marijuanaut di cui si fa il Theme in uno dei migliori episodi dell'album.
Non importa che cosa ci si aspettasse da Cisneros e Pike; quello che si voleva da loro ce l'hanno consegnato, e con l'ausilio fondamentale di Roeder, che si conferma un drummer pienamente all'altezza. Sono 6 pezzi in tutto, non si esagera con le durate (al massimo si arriva ai 14 minuti di Antarticans thawed, che sembra una miniatura involontaria di Dopesmoker ma in sostanza è l'episodio meno entusiasmante), il suono è quello bello che fa vibrare gli attributi, la forma è stellare nonostante barbe ingrigite ed occhiali. Marijuanaut's theme viaggia ad una velocità che per i loro standard è quasi supersonica, con Cisneros che svisa alla grande. Quasi di rigore il battesimo discografico di Sonic Titan, un live-must fin dai tempi di Holy Mountain. L'omaggio Giza Butler spicca per il motivo iniziale, quasi mediorientale, alla Om, per poi innervarsi della potenza sismica propulsiva. Splendido il finale di The Botanist, che concede prima atmosfere rilassate grazie ad un inedita chitarra pulita di Pike ed una seconda parte pseudo-dub-freeform con feedback raggelanti. 
Lunga seconda vita a questi re.

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