Quintetto milanese con questo unico vinile in carniere, scovato su un Ripeschiamoli di un Blow Up di un annetto fa. E sfortunato, direi, a trovarsi in Italia, in un periodo non proprio favorevole; infilati a forza in quell'orrendume che fu il famigerato calderone neo-prog.
Nulla di tutto questo, ovviamente: nel 1990 sarebbe stato complicato incasellare lo ZG, guidato dal vocalist / polistrumentista / compositore Fabio Martini. Trattavasi di una notevole formula di art-rock, vagamente imparentata col progressive per gli scarti ritmici ma completamente avulsa dalle atmosfere favolistiche in quanto molto vicina alla new-wave più colta, non necesariamente di derivazione british quanto mitteleuropea. Il recensore di BU ha tirato in ballo PH & VDGG, io starei un po' più basso, ma ciò non toglie che si trattava di una ricerca molto originale, che poteva anche richiamare i King Crimson del 1980-81. Ottime le doti tecniche, peccato per qualche pecca produttiva (batteria semi-fustinata, tastiere midi, ma in quanti si sono salvati da questi demoni?), ma soprattutto peccato per la mancanza di seguito: avrebbero potuto fare ottime cose.
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