Trio californiano in attività a fine anni '90 sulla Up Records che passò assolutamente inosservato, che di recente è tornato alla ribalta perchè la Numero Group ha pubblicato una delle sue cofane retrospettive integrali. Un trattamento riservato in passato ai grandi, e perchè non provarci anche con i nomi di serie B? Magari riscopriamo qualcosa che ci era sfuggito, o rivalutiamo cose snobbate in fretta o ascoltate senza la giusta predisposizione.
Sgombro il campo; i Duster non erano dei fenomeni, ma avevano un buon potenziale. Peccato che i due album realizzati non abbiano beneficiato di una produzione dignitosa, lasciando intentato un piccolo talento per l'indie-song letargica e semi-rurale. L'influenza più evidente era quella dei mastri Bedhead, da cui i Duster mutuavano l'indolenza vocale, i cicalecci chitarristici e le composizioni circolari. Su Contemporary Movement si sfiora quasi il plagio in certuni titoli, ma gli amanti e i nostalgici di queste sonorità potranno ancora trarre godimento da altri in cui le atmosfere autunnali prendono il sopravvento e rivelano un gusto tutto americano per gli arrovellamenti pigri e lenti delle chitarre, per quelle voci così stonate ed arrendevoli, per quella sottilissima inquietudine.
Nessun commento:
Posta un commento