Uno dei dischi meno ricordati dei CCCP, perchè trovatosi in una terra di mezzo; non più tagliente e rasoiato come gli inizi, non ancora mistico ed ultrasensoriale come l'ultimo album, con la formazione ante-CSI, Canzoni Preghiere Danze vive di contraddizioni interne difficilmente spiegabili. Perchè si apre con una meraviglia assoluta come Svegliami, dal climax emotivo insuperabile e con uno dei testi più brillanti di Ferretti; prosegue con l'irresistibile ironia mid-punk di Huligani Dangereux, poi scade in un'orribile lounge senza nerbo (B.b.b.), un mediocre power-pop (Fedele alla lira), si riprende con l'iberico anfetaminico di Roco Rosso ed il pregevolissimo strumentale barocco-mediorientale La qualità della danza. L'illogica disomogeneità prosegue senza sosta nel lato B, col synth-pop rustico di E' vero, la tensione minimalistica di Palestina, il lussureggiante mantra cattolico di Madre, un ultimo guizzo punk con Conviene, persino uno scadente reggae con And the radio plays e la chiosa di Vota Fatur, un puro riempitivo cabaret-synth per una fantomatica campagna elettorale del performer da palco che animava i loro concerti.
Morale: un disco talmente confusionario ed accozzato che non è possibile non apprezzare, proprio per la sua assurdità. Erano stati in grado di non svendersi, di continuare a sbeffeggiare tutto e tutti, persino su major, persino raffinando le proprie capacità di arrangiamento.
Immenso, certo non c'è un momento catartico come NOIA (contenente il loro riff più devastante di sempre) e nemmmeno un Trippone come Maciste contro tutti... pero' averne oggi dischi del genere in Italia!
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