La giusta palestra per Jon Spencer, prima di trovare la sua vera ed esaltante incarnazione nella Blues Explosion. C'erano troppi galli nel pollaio Pussy Galore: lui, lo scalpitante Neil Hagerty, e pure la sua ragazza Martinez che smaniava velleità soliste ed infatti se ne andò alla vigilia di questo Dial M.
E pensare che la sporchissima coerenza di questo album resta intatta, col senno di poi: al netto di qualche riempitivo, è un'essenza noise-blues-punk dritta in faccia, beefheartiana quanto basta ma non cubista. Epidermico ma non tellurico, rumoroso ma non dissonante, ironico e beffardo, la perfetta anticamera delle prodezze di lì a poco.
Rimando comunque all'analisi ben più corposa di Vlad Tepes.
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