Will Sergeant degli Echo & The Bunnymen in pieno trip solista. La chitarra lasciata a lungo nella custodia, la stura alle tastiere, il Brian Eno di fine '70 fissato bene in testa, un po' di Germania storica e la vena psichedelica impossibile da zittire.
Glide fu il suo secondo, quasi interamente dal vivo come il primo. La dimensione da palco, oltre ad esaltare le due doti di one-man-ambient-band, rende giustizia ad un suono che paga il suo tributo agli idoli di riferimento; basti confrontare con le due tracce in studio, poste a fine scaletta (Frozen Teardrop in space sfonda i 30 minuti), decisamente più levigate.
La performance ha un suo percorso avvincente: i primi 15 minuti Enoiani fino al midollo, poi sale la tensione, si attiva un beat scarno e pulsante, Sergeant tira fuori la chitarra e diffonde fendenti lisergici; l'aria si è fatta decisamente più rarefatta e ci si aggira su ambienti Ash Ra Tempel / Tangerine Dream.
In pieni tempi di reunion, il progetto Glide fu la conferma che lui era l'anima freak degli E&TB, colui che per la produzione di Heaven Up Here voleva Eno (e chissà come sarebbe uscito...).
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