Con la (estenuante, direi) collana in 6 volumi di Everywhere at the end of the time, LK ha dichiaratamente posto la parola FINE alla ventennale saga del Custode. Mossa azzeccata, dato che credo non ci fosse davvero più alcuna possibilità di sorprendere, ed affermare questo mi costa tanto, visto l'affetto intrinseco che provo per l'Artista in sè.
Il percorso autoterminante, un viaggio contrastante ed eccessivo (come il personaggio in sè, che si sa non ha mai posto limiti quantitativi), non ha fatto altro che amplificare l'eco di questa morte annunciata. Everywhere, an empty bliss esce a titolo di epigrafe, a corredo ufficiale di un'installazione avvenuta in Francia la scorsa primavera col suo partner grafico Ivan Seal. Stando alle note, si tratta di un antologia di outtakes e si fa gradire per la brevità delle 17 tracce, tutte sotto i 4 minuti.
I rimandi all'intera carriera ci sono tutti, ai compassati balletti anni '20/30, alle granulose contemplazioni ambientali, ai gorghi dark, ai loop dementi. Il titolo d'altra parte è una combinazione che rievoca il suo massimo capolavoro, quella rivelazione che ce lo fece conoscere, quasi casualmente. Il glorioso filone fantasmatico è terminato, ora l'augurio è che James torni a produrre qualcosa che provenga dal suo grande cuore, un po' inaridito negli ultimi anni.
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