DK ultimo atto, registrato a scioglimento già ampiamente deciso ma non per questo arrendevole nè meno incisivo dei precedenti. L'anno precedente c'era stato Frankenchrist, un disco fortemente sottovalutato perchè registrava una progressione verso un suono più articolato e composizioni più strutturate, con East Bay Ray sugli scudi. Sarebbe potuto essere un viatico importantissimo verso un evoluzione verso chissà cosa, ma gli incidenti e l'ostracismo dell'america reganiana ebbero il sopravvento sulla loro fiera resistenza. Bedtime for Democracy chiuse così all'insegna di un ritorno alle atmosfere incendiarie ed ai pezzi brevi dei primi due album, senza alcuna concessione (superbe le due eccezioni da 6 minuti, Cesspools in eden e Chickenshit conformist) e con uno stato di forma che fu un delitto interrompere. Da macchina da guerra avevano iniziato e tali e quali terminarono.
mercoledì 23 febbraio 2022
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