venerdì 12 novembre 2010

Jack Or Jive - Kagura (Live in Kyoto 1994)

Venni introdotto al duo nipponico dal famigerato conduttore di Tedio Domenicale, che annunciando Snow covered landscape proprio da questo disco li bollò come "gruppo giapponese dalla vocalist soave...e anche buona). Gusti estetici a parte, i JOJ sono un entità personale e difficilmente catalogabile, e che ha trovato un maggiore riconoscimento in Europa piuttosto che in terra natale. Questo in virtù di un sentore onirico-gotico che permea le loro elucubrazioni, sempre però filtrato dal dna del sol levante, a creare un mix indefinibile e personalissimo.
La cantante Chako e il tastierista Makoto sono coppia fissa anche nella vita e nel loro sito questo live viene definito fortunato, in quanto non ne era in previsione l'uscita, ma la performance evidentemente fu reputata degna di essere pubblicata. Ed in effetti Kagura è di una bellezza sconvolgente, trasporta in una dimensione sconosciuta fatta di arie brumose post-classicheggianti e ipnosi vocali. Chako, infatti, gorgheggia in un modo mai sentito: il timbro è gentile ma imponente, il feeling generato conta molto di più dell'esecuzione meramente tecnica (e andiamo, non sono stonature, e anche se lo fossero? L'effetto di fondo ne risente? Per me ci guadagna!).
I pezzi sono 4 e durano più di 10 minuti l'uno. Snow covered landscape è un rituale solenne in cui i drones di synth si incrociano con le frasi di organo. Morning dew and the crescent, una passeggiata lunare melanconica dalla gentilezza commovente, ma con un finale tetro di dark-ambient ed esperimenti vocali orrorifici. Sea of flames è un bordone serioso di drammaticità, Woman in black una sospensione metafisica da polo nord.
Tutto ovviamente senza ritmi, tutto galleggia nella foschia; nonostante le ambientazioni siano perlopiù cupe, ritengo che il maggior pregio dei JOJ sia l'eleganza sonora tutta orientale che irradia queste generazioni d'atmosfera.
Magia pura.

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