mercoledì 24 novembre 2010

Peter Jefferies & Jono Lonie - At swim two birds (1987)

Si sa, da cosa nasce cosa e così la scusa è buona per farne un altro di Jefferies, oltretutto questo non fu proprio solista ma realizzato con tal dei tali Jono Lonie, chitarrista / violinista del tutto sconosciuto (immagino neozelandese anch'egli), che in rete viene menzionato solo esclusivamente in relazione a questo magnifico disco realizzato in pochissime copie nel 1987, appena alla fine dei This Kind Of Punishment.
At swim two birds nasce da un netto contrasto: la forza impressionista e sovversiva di Jefferies contro il surreale onirismo di Lonie. E il risultato finale è un mix variegatissimo di entrambi, con un equilibrio che ha del miracoloso. Quando predomina il primo, i toni sono grevi e drammatici (il martellamento pianistico di Thief with the silver, l'ipercinetico schizoide di Interalia). Ma sommando le parti, appare chiaro che è Lonie il vero conduttore del filo: i riffs sanguigni e i vagiti deformati di The standing stone, il drone siderale con violino della title-track, i loop sinistri di Tarantella, la psichedelia deforme di Where the flies sleep, nonchè la serenità della magica Aerial, mostrano tutte un vero e proprio visionario dedito a forme atipiche personalissime, ad un raggio pressochè illimitato.
Un vero delitto pertanto, che si sia trattato di un episodio una tantum, visti anche gli apici che i due raggiungono quando trovano un punto d'incontro ideale. Piano (One) si apre con una frase pianistica di Jefferies a cui si aggiunge prima un languido violino, poi basso e chitarra effettata, per una piece di eleganza e raffinatezza assolute. Per non parlare della Piano (Two) che chiude il disco con le sue atmosfere neo-classicheggianti da camera ed uno spartito struggente, una sigla finale da restarci incantati.
Già Jefferies ha fatto i salti mortali per farsi conoscere ad una ristretta cerchia di appassionati nel mondo, immagino che questo Lonie sia un musicista rimasto confinato in NZ, a sprecare il suo talento per pochissimi isolani. Ma in fondo è anche questo il bello della musica: che le pepite vanno cercate con cura e senza fretta. Sempre.

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