Band dell'Ohio protagonista della prima gloriosa stagione della Kranky, nella seconda metà degli anni '90. Questo secondo album propone una psichedelia abbastanza particolare in quanto gli sbraghi acidi di chitarra e organo vengono ancorati da una sezione ritmica elastica e granitica, in particolare il basso pesante di Smithson, mixato notevolmente alto (forse anche troppo).
Il canovaccio portante dei Jessamine sta in lunghe improvvisazioni in cui il quartetto si compiace un po' troppo delle proprie capacità, spesso strumentali (le parti vocali erano anche evitabili, vista la poca consistenza) e dilatati all'impossibile. Le frasi di organo possono riportare a certe formazioni dei tardi '60, quando non ai Pink Floyd più oscuri. La ritmica saltellante che spesso sale alla ribalta fa venire in mente i Can.
Occorre riconoscere ai Jessamine una certa competenza in materia lisergica, oltre che meramente di tecnica, ma Long Arm of coincidence alla lunga finisce per stancare un po', denotando un autoindulgenza paurosa.
Il canovaccio portante dei Jessamine sta in lunghe improvvisazioni in cui il quartetto si compiace un po' troppo delle proprie capacità, spesso strumentali (le parti vocali erano anche evitabili, vista la poca consistenza) e dilatati all'impossibile. Le frasi di organo possono riportare a certe formazioni dei tardi '60, quando non ai Pink Floyd più oscuri. La ritmica saltellante che spesso sale alla ribalta fa venire in mente i Can.
Occorre riconoscere ai Jessamine una certa competenza in materia lisergica, oltre che meramente di tecnica, ma Long Arm of coincidence alla lunga finisce per stancare un po', denotando un autoindulgenza paurosa.
Nessun commento:
Posta un commento