Uno dei massimi capolavori della techno-ambient degli anni '90, uno di quelli che vanno a finire nelle liste come i 1000 dischi che dovresti ascoltare prima di morire, uno che lo ascolti e pensi "ecco, questo è un suono che non è invecchiato male come gli altri".
E' perchè in effetti dei contemporanei non è che ci fosse molto: in certi pezzi sì, c'era la cassa bella pulsante e un synth caciarone monotematico. Ma ciò che i GC seppero mescolare amabilmente nei momenti migliori era l'eredità dei corrieri cosmici, la seriosità del primo B. Eno, il minimalismo e il dub.
Tutti i pezzi hanno per titolo il loro minutaggio, così come il nome stesso del disco. Bastano i primi due per mettere k.o. la percezione temporale, con la sinfonia sublime di 4:02 e il rilassatissimo trip celestiale di 14:31. Tant'è che il disco sembra perdere leggermente solennità e tornare un po' sul concreto ritmato, ma con un po' di orecchio si sente il lavoro genuino ed ispirato che passava per le teste dei due inglesi.
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