domenica 21 ottobre 2012

Godflesh - Pure (1992)

Forse oggi si riesce a comprendere meglio la portata storica dei primi dischi dei Godflesh. E così ci si rende conto, se ce ne fosse bisogno, di quale grande musicista è Broadrick: io ad esempio sono rimasto così abbagliato da Jesu quasi da dimenticarmi dischi come Pure, che vedeva il duo già in progressione verso territori più ampi (Don't bring me flowers), con aperture lucenti che ricordavano le pagine migliori della new-wave.
Un influenza che era rimasta un po' sotterrata nei precedenti, e che sopraggiunge prepotente nella seconda parte del disco. Gli inserti elettronici e i samples si ritagliano uno spazietto non ignorabile, e Broadrick rinuncia a tratti al growl rabbioso per modulare una parvenza melodica (Baby blue eyes, per me il top).
E' la suite Pure II che chiude con i suoi 21 minuti a choccare: drone-feedback interminabile, ambient infernale per i gironi infernali più freddi.

2 commenti: