Si sa ben poco di Grano: classe 1929, pianista e compositore in serie di colonne sonore generalmente per la televisione (solo per citarne un'esempio, Nero Wolfe).
E non sono stato in grado di trovare in rete una sua foto nè uno straccio di biografia che superasse le 3-4 righe superficiali. Questo programmatico titolo mi è stato suggerito dall'impagabile Mattioli, quindi mi ritrovo ancora qui a spendere parole di sorpresa positiva. Un'anno fa scrivevo meravigliato di Zanagoria e del suo osticissimo proto-industrial da incubo: a tali livelli di estremismo Grano ci si avvicina abbastanza, ma in un versante più spaziale, espansivo: l'opening Zooming è tutto un ribollire di gorgoglii sintetici, così come l'impetuoso ND Filter. Attenzione alla seconda traccia, Mark: trattasi di proto-dark-ambient d'oltretomba. Abbastanza avanti.
I solchi sono tutti abbastanza brevi, in genere non si arriva ai due minuti. A metà scaletta i toni si fanno meno impetuosi, e la musica elettronica diventa una minaccia dronica che sembra voler esplodere da un secondo all'altro. Shutter riprende con le spirali demoniache, Grip raggiunge massimi livelli di astrattismo.
Tutto rigorosamente atonale ed ossessivo. Sarà anche vintage, ma che esperienza...
Spero che alla fine posterai un breve trattatello per riannodare tutti questi fili italiani (sconosciuti). Romolo Grano, se ricordo bene, è l'autore del motivo di Ho incontrato un'ombra, della canzone finale de Il segno del comando (sceneggiato capolavoro) e, naturalmente, di Nero Wolfe che vanta anche una bella introduzione jazz di Nunzio Rotondo (e come attore il percussionista Pupo De Luca). Un'Italia da riscoprire, che osava, debordante di talento, lontanissima dalle miserie attuali.
RispondiEliminaPer tali ragioni questo disco, nonostante le ingenuità, è quasi commovente.
Come trattatello non potrei fare altro che diffondere la scansione dell'articolo del tuo concittadino Mattioli; mi sono semplicemente affidato alle sue citazioni ed ho cercato i dischi che elencava. Ciò non toglie che il filone sia una bella miniera da esplorare (e ci sono alcuni blog che riservano parecchio spazio a quest'area), includendo anche i cugini francesi che furono anch'essi molto attivi.
RispondiEliminaEra proprio una bella Italia, non c'è che dire