Non sono un intenditore del power-pop (o pop-core), però mi piace pensare ai Cheap Trick come la prosecuzione easy-proletaria dei Patto. Potrà sembrare inaudito, lo so; la tecnica strumentale non è paragonabile fra le due formazioni (figuriamoci la sorte commerciale), ma il modo in cui entrambe si tuffavano sulla melodia pura è molto affine. E Zander, il vocalist del quartetto dell'Illinois, aveva un timbro e le movenze d'ugola simili a Mike Patto, pur essendo meno potente.
Cheap trick è un disco fresco e per qualche strana congiuntura astrale non suona neanche troppo datato. E' smaccatamente pop, però suonato con fragore genuino ed ironia evidente. E ci sono due pezzi così memorabili che posso ascoltare anche più volte consecutive: il mid-tempo Taxman, Mr. Thief e la sfuriata adrenalinica He's a whore, che una decina d'anni dopo fu ripresa da Steve Albini nei Big Black (in una versione peraltro abbastanza deludente). Due manuali da far impallidire il resto della scaletta, che nel peggior caso è gradevole.
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