Uno dei motivi per cui probabilmente O'Sullivan lasciò i Guapo fu il lancio di Mothlite, ed anche se il fatto dispiacque bastò questo splendido debutto per dimenticare in fretta l'accaduto.
The flax of reverie non era un lavoro solista, ma frutto di una collaborazione a 4 mani insieme al finlandese Uusimaki, ingegnere del suono collaboratore del giro Aethenor/Sunn O)))/altri e vari. Nell'ottica di un work in progress continuo nello stile del londinese, si tratta di un lavoro transitorio ma fotografico di uno stato di grazia forse irripetibile. Sospeso fra le maestosità inquietanti dei Guapo e le derive pop che caratterizzeranno l'episodio Mothlite successivo, il duo coglieva il bersaglio pieno di un art-rock decadente e splendidamente arrangiato (unico paragone possibile a mio avviso i Three Mile Pilot di fine '90), a tratti confinante con il prog e con la musica da camera (frequenti le incursioni di archi e fiati), con delle composizioni bellissime, spesso frutto di quei riff di piano irregolari che sono trademark inconfondibile dell'artista. Fondamentale.
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