Fa una tenerezza indicibile, questa avventura del 75enne leggendario Nick Mason che, dopo aver atteso invano un'improbabile pace fra Gilmour e Waters, ha deciso di prendere il toro per le corna e togliersi lo sfizio di andare in giro a suonare i Pink Floyd pre-1973, assecondando il suo spirito giocoso e facendo la gioia dei PF-fans più legati alle origini, andando persino a scomodare il fantasma di Syd Barrett.
Questo bootleg tedesco è di ottima qualità sonora, considerando la sua audience-source, e vede la scaletta tipo di quel tour. Il quintetto era ancora in fase di rodaggio (imbarazzante l'errore generale a metà di See Emily Play, ma è solo l'indecisione più macroscopica), ma la qualità media è eccellente: sorprendente ed ottimo Gary Kemp degli Spandau Ballet, voce e chitarra. Il Gilmour della situazione è tal Lee Harris, sconosciuto ma molto bravo nel metterci del suo e non suonare come una fotocopia. Il tastierista Bekem fa altrettanto ed al basso c'è Pratt, già un Pink Floyd negli anni '90, uno dalla tecnica alta alta ma che si sforza di non metterla troppo in campo.
Ed il buon Mason? Sono sincero e con tutto il bene che gli si può volere.....beh, è il punto debole di questa simpatica baracca. Già nel 1994 aveva bisogno di una spalla completa. Al Live 8 del 2005, in un set di 20 minuti (!) era bolsissimo. Figuriamoci adesso, a 75 anni; all'inizio attacca Interstellar Overdrive e sembra carichissimo, ma già al secondo pezzo, Astronomy Domine, inizia a perdere colpi. Il resto del concerto lo suona sgonfio, centellinando in maniera paradossale.
Ci pensano quindi i validi compari di palco a tirare su la situazione, impeccabili ma soprattutto generosi e dotati del cuore necessario a trattare un repertorio così storico e cristallizzato nei firmamenti.
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