Chiudo il discorso sui Lowercase andando a trattare brevemente il loro terzo ed ultimo album, un lavoro complicato e di umore nero pece. Dopo un primo nevrastenico episodio, già piuttosto peculiare ma leggermente acerbo e grezzo, Wasif e Girgus aggiunsero un bassista e confezionarono il loro miglior prodotto, Kill The lights, molto focalizzato e compatto su una sempre più originale formula di songwriting, grazie alla maturazione repentina del cantante/chitarrista. The going away present, sempre più carico di angoscia esistenziale e cantilene rabbrividenti (ai limiti del dark-gothic), testimoniava alla perfezione lo stato d'animo di una band sull'insanabile punto di rottura. Al pari di nevrotiche quanto energiche ballad elettriche comparivano anche alcuni numeri di apatico slow-core, favorendo l'alternanza delle dinamiche di uno dei dischi più depressi che mi sia capitato di ascoltare, in sostanza a metà strada fra i due precedenti come qualità generale. Poteva esser stato un episodio di transizione, ed invece funse da epitaffio. Wasif prese la sua valente strada di cantautorato esistenziale, e credo che sia stato meglio così. Lo spleen dei Lowercase aveva raggiunto un punto di non ritorno.
giovedì 17 marzo 2022
Lowercase – The Going Away Present (1999)
Etichette:
Slow-Core,
Songwriters
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