Una session di vintage-elettronica in una non meglio precisata Factory di San Francisco (25 minuti) ed un live per chitarre a Berkeley (15 minuti), per un cd (sempre targato Thrill Jockey) venduto durante il tour europeo di supporto a V. Dopo 9 anni di silenzio assoluto, nonostante l'assenza di qualsiasi prova, forse possiamo asserire che i Barn Owl non esistono più e che questo fu il loro commiato, non possiamo sapere quanto consapevole. Ciò che è certo è che sia Caminiti che Porras sono andati solisti con una certa regolarità, segno che forse la spinta creativa del duo aveva raggiunto un punto di non ritorno.
La loro è stata una parabola ascendente, sempre nel segno di un drumless space-drone doom-desert-gaze imponente e solenne, culminata in un capolavoro chiamato Ancestral Star, il primo su TJ, colosso impreziosito di innumerevoli varianti strumentali e soluzioni di sorprendente maturità. Nel frattempo i due avevano iniziato però a fare cose personali, ed il corso cosmico di Evan Caminiti ha finito per prendere il sopravvento, influenzando non poco V. Il live a Berkeley qui presente si staglia come testamento espressivo della fase chitarristica dei due, bruciante affresco di saturazioni psych-droning che richiamano quel felicissimo capitolo.
La jam alla Factory invece li vedeva alle prese con i synth modulari, in una suite toxic-cosmic che evoca dei Tangerine Dream brutti, sporchi e cattivi. Un suono sulfureo e brulicante, con una scansione ritmica che di per sè crea la base incessante per stratificazioni angoscianti, ai limiti dell'industriale, ma sempre nel nome di una nebbia psichedelica che ha caratterizzato tutto il loro catalogo.
Chissà, forse avrebbero potuto ancora elaborare qualcosa di notevole o Ancestral Star era oggettivamente inarrivabile ed ormai avevano chiuso quella fase. Per quanto sconosciuti siano stati nonostante l'egida TJ, Barn Owl è stata un'esperienza entusiasmante, spietata ed onirica al tempo stesso.
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