mercoledì 9 marzo 2022

Groundhogs – Blues Obituary (1969)


Un anno dopo un debutto ancora acerbo e tutto sommato dipendente dai luoghi comuni del  blues, Tony McPhee se ne uscì con un concetto piuttosto ambizioso: celebrarne il necrologio, con tanto di artwork dedito alla messa in scena di un vero e proprio funerale da lui officiato, con Pustelnik e Cruickshank in veste di operanti funebri. L'intento era anche pratico; il chitarrista stava cercando una formula che progressivamente l'avrebbe allontanato da quegli standard, senza rotture radicali nè colpi ad effetto. Blues Obituary in prospettiva fu il primo tassello di una saga di transizione, e basteranno un paio d'anni per raggiungere risultati più che eccellenti con Split e Who Will Save The World?, vertici espressivi indiscussi della carriera. Delle 7 tracce incluse, tutte eccellenti a parte un paio ancora debitrici alla tradizione, svetta senza alcun dubbio l'iniziale B.D.D., una specie di manifesto programmatico della loro dipartita...

Nessun commento:

Posta un commento