domenica 13 marzo 2022

Hawkwind ‎– Doremi Fasol Latido (1972)

La chiave decisiva per interpretare il terzo, leggendario album degli Hawkwind stava tutta nel cambio di sezione ritmica: fuori il bassista Anderson, dentro il bassista-per-caso Lemmy Kilminster, chiamato per essere secondo chitarrista e ritrovatosi lì con un Rickenbacker lasciato dall'imprudente predecessore. Fuori l'agile e tecnico batterista Ollis, dentro l'hippy-punk ante litteram Simon King, selvaggio, casinista e martellante. Aggiungiamo il fatto che lo studio in cui si trovarono a registrare era mal equipaggiato, ed il risultato è un essere tentacolare chiamato Doremi Fasol Latido, un disco sporco, pieno di errori, un lontano parente del lussureggiante In Search Of Space.

Ma alla prova dei fatti, per gli Hawkwind doveva essere un periodo di grandissimo divertimento e lo si può quasi percepire dai solchi. Brainstorm, destinato a diventare uno dei loro super-classici, è una tempesta magnetica-metallica ed il manifesto programmatico del disco, modello ideale delle loro jams ultra-dilatate (così come Lord Of Light e Time we left this world today), lasciando un minutaggio minore ai numeri acustici di Brock ed alla prima composizione solitaria di Lemmy, The Watcher, una blues-ballad spettrale e beffarda. Da tutto questo casino (difficile pensare ad anche solo un vago concetto di disciplina all'interno del gruppo) ne nacque un genuino, sincero e spontaneo discone, la cui sporcizia sonora dopotutto fa parte del menu. 


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