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Arrivando ai giorni nostri, le loro opere si sono fatte un po' prevedibili, senza sostanziali cambiamenti nonostante il tentativo di rinvigorire un po' le strutture. Ma almeno i primi 2-3 dischi sono stati essenziali per apprezzarli, specialmente questo Long Division che è piccolo capolavoro di ghost-folk tenuto in vita piu che altra dai cori aggraziati e delicati della Parker e di Sparhawk, che risaltano splendidamente in Caroline, Throw out the line, Shame, Below Above.
Armonie che si faranno amare da fan dei Cowboy Junkies e Red House Painters, che esplorano il vero rumore dell'anima.
In sostanza, un nome da podio secondo me, una spanna sotto i giganti.
(originalmente pubblicato il 01/03/09)
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