Interessante progetto americano strumentale che fonde folk ed elettronica con delle ottime trovate, specie sul piano delle melodie, ma di cui si sa poco o nulla.
Un atmosfera sognante ed evocativa domina il disco nella sua quasi totale interezza. Le chitarre cristalline di New Amsterdam 1672 rievocano certe arie dream-pop dei primi anni '80, ma è solo un episodio circoscritto. The Pursuit of the Giant Squid sembra portarli più su derive sobriamente orchestrali, dalle parti GY!BE ma con misura e leggiadria quasi surreale.
La produzione è un punto di forza del disco. Sia quando si resta sull'acustico che quando il ritmo si fa digitale e compaiono i sample, le scelte sonore sono sempre oculate. Curiosamente Fellow Mice si avvicina, effetti e tastiere escluse, ai nostri Bachi Da Pietra.
Non mancano neanche spunti che in qualche momento rievocano addirittura gli Arab Strap, sparsi in qua e in là. Sinceramente non saprei dire se con una voce i Low In The Sky potrebbero ottenere di più nel risultato finale, però perlomeno un tentativo serio lo dovrebbero fare (e non quello che mi sembra un campionamento femminile su Fnd Wax Cylindr at Abandnd Shell Station). Basti sentire il pezzo migliore del disco, la solenne e marziale Dialogue wuth a shadow, ed immaginarci sopra, che ne so, uno tipo il vocalist dei Stateless. Ne avrebbe guadagnato, senz'altro.
Un atmosfera sognante ed evocativa domina il disco nella sua quasi totale interezza. Le chitarre cristalline di New Amsterdam 1672 rievocano certe arie dream-pop dei primi anni '80, ma è solo un episodio circoscritto. The Pursuit of the Giant Squid sembra portarli più su derive sobriamente orchestrali, dalle parti GY!BE ma con misura e leggiadria quasi surreale.
La produzione è un punto di forza del disco. Sia quando si resta sull'acustico che quando il ritmo si fa digitale e compaiono i sample, le scelte sonore sono sempre oculate. Curiosamente Fellow Mice si avvicina, effetti e tastiere escluse, ai nostri Bachi Da Pietra.
Non mancano neanche spunti che in qualche momento rievocano addirittura gli Arab Strap, sparsi in qua e in là. Sinceramente non saprei dire se con una voce i Low In The Sky potrebbero ottenere di più nel risultato finale, però perlomeno un tentativo serio lo dovrebbero fare (e non quello che mi sembra un campionamento femminile su Fnd Wax Cylindr at Abandnd Shell Station). Basti sentire il pezzo migliore del disco, la solenne e marziale Dialogue wuth a shadow, ed immaginarci sopra, che ne so, uno tipo il vocalist dei Stateless. Ne avrebbe guadagnato, senz'altro.
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