domenica 16 gennaio 2011

Lucky Pierre - Touchpool (2005)

Lo preferisco così, come ladro di suoni. Come evasione dall'ingombrante passato, in qualità di assemblatore di magnifiche arie che incrociano passato e presente, tecnologia e sinfonia fin dall'iniziale, magniloquente e drammatica Crush.
Touchpool è il suo capitolo più riuscito e si fregia di quello che secondo me è il miglior pezzo di Moffat. Rotspots From The Crap Map è un teso e stratificato lounge poliziesco da brividi. Ma è la sequenza a funzionare alla grande: Jim Dodge Dines at The Penguin Cafe è uno scorcio assolato di Hawaii con trombe messicane, Baby breeze ha un arpeggio chitarristico e l'ambientazione tipica degli Arab Strap, Fan Dance una bossa scura ed indagante. Poi c'è il languido pianismo di Velbon, con in rilievo quegli scricchiolii da vinile abusato che l'uomo ama tanto.
La chiusura è riservata all'onirica, splendida Total Horizontal. Come di solito, non si sa se qualcuno ha suonato cosa, e come. Zero informazioni, anche se nelle interviste Moffat lascia intendere che colleziona samples e poi li assembla in studio. Perchè altrimenti giurerei che il suo grande amico Braithwhite o il trombettista di fiducia Wylie collaborassero.
In ogni caso, suoni di magnifica compagnia.

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