Li avevo lasciati nel 2000 con un deludente Che cosa vedi, che mi era parso il simbolo della fine di un era, l'autentico terminale dei loro gloriosi anni '90. I dischi successivi li avevo trovati sfocati e deboli, fino a quando questo Uno ha permesso loro di trovare il bandolo della matassa.
A volte i cambiamenti radicali sono un po' traumatici per i gruppi istituzione, nonchè per il loro pubblico che può trovare certe mosse (spontanee o meno che siano) discutibili o non gradite. Personalmente ho trovato Uno un punto di svolta in netto positivo per i cuneesi; il lato più quieto e riflessivo aveva già fatto intuire ottime potenzialità in ognuno dei primi dischi, e qui funge da base imperante del lavoro, unito alla raffinatezza degli arrangiamenti ed un manipolo di ottime composizioni. Si dice che in Musa, uno dei migliori, sia Paolo Conte a suonare il piano, ed è un fatto assolutamente sintomatico. Maroccolo produce impeccabilmente e suona il basso ancor meglio. La poetica di Godano si adatta a meraviglia alle atmosfere vaporose (Canto, Canzone ecologica, Canzone sensuale, Stato d'animo, Uno) dagli ambivalenti umori, fra il meditabondo e il solare (Negli abissi fra i palpiti).
Pertanto, una piacevole sorpresa risentire i MK tornare alla grande, quando già li davo per entrati in un tunnel irreversibile di mediocrità.
A volte i cambiamenti radicali sono un po' traumatici per i gruppi istituzione, nonchè per il loro pubblico che può trovare certe mosse (spontanee o meno che siano) discutibili o non gradite. Personalmente ho trovato Uno un punto di svolta in netto positivo per i cuneesi; il lato più quieto e riflessivo aveva già fatto intuire ottime potenzialità in ognuno dei primi dischi, e qui funge da base imperante del lavoro, unito alla raffinatezza degli arrangiamenti ed un manipolo di ottime composizioni. Si dice che in Musa, uno dei migliori, sia Paolo Conte a suonare il piano, ed è un fatto assolutamente sintomatico. Maroccolo produce impeccabilmente e suona il basso ancor meglio. La poetica di Godano si adatta a meraviglia alle atmosfere vaporose (Canto, Canzone ecologica, Canzone sensuale, Stato d'animo, Uno) dagli ambivalenti umori, fra il meditabondo e il solare (Negli abissi fra i palpiti).
Pertanto, una piacevole sorpresa risentire i MK tornare alla grande, quando già li davo per entrati in un tunnel irreversibile di mediocrità.
Sìsì, notevole UNO. Anche l'ultimo non è male ;)
RispondiEliminaconcordo con Lucy.
RispondiEliminae aggiungo che 111 è una delle mie preferite dei MK.
Ops, l'ultimo non l'ho ancora ascoltato, devo rimediare. Molto bella anche 111, in effetti ho dimenticato di citarla, fra l'altro la storia è una di quelle che tengono il fiato sospeso.
RispondiEliminaBravo! indubbiamente un bell'album,
RispondiEliminaanche se criticabile la svolta "cantautorale" aveva senso e a portato a delle belle canzoni (anche in Bianco Sporco ci sono ottime cose, quanti gruppi sono capaci di scrivere un pezzo come Bellezza?).
L'ultimo album è un passo indietro verso sonorità più rock ma è sopratutto un passo indietro in termini di qualità, dopo diversi ascolti resta ben poco. Pessima (per quel che ne capisco) produzione di Howie B.
p.s. Li ho visti in concerto 2 volte nel 2008 e una nel 2009, dal vivo restano un gruppo eccezionale.