Un'altro residuato nostalgico delle mie Mental Hours. Il pezzo meccanico e minaccioso di apertura di questo disco, The sensual engine, compariva nientemeno che nella facciata A del vol. 1, datata febbraio 1993. Logico pertanto che il suo riascolto m'inneschi un moto di sorriso.
Detto che sicuramente il gruppo di Sheffield aveva già dato il meglio di sè un decennio prima, in quegli anni si era dato ad una electro-trance gelida abbastanza in auge. Non certo roba da discoteca, con pochi squarci di emotività (Stations of the mind, il momento migliore), e riassumibile in un sound post-kraftwerkiano per ex-industrialisti.
Digital Soundtracks non è proprio esaltante, anche perchè col passare degli anni l'invecchiatura del suono risalta se non era supportata da apposita illuminazione ispirativa. Il suo predecessore, Man-amplified, fu uno dei primissimi cd che acquistai, e lo vendetti una decina d'anni dopo su Ebay.
Resta l'affetto, quello sicuro.
Nessun commento:
Posta un commento