Era da un sacco di tempo che mi volevo cimentare nell'ascolto di quello che spesso viene definito il più grande disco della storia del jazz puro. Così eccomi qui oggi, io quasi totale profano della materia, alle prese con questa mezz'ora e rotti.
Non è che possa fornire un giudizio tanto sostanziale, dettato dall'istinto o dalla mia conoscenza musicale che non si è mai addentrata più di tanto in un filone così storicamente importante. Al di là della mostruosità degli strumentisti e l'incredibile complicanza delle strutture, il mio orecchio si è posato principalmene sul suono: stupefacente. Così fedele nonostante l'anno, così vicino e caldo, con un pizzico di riverbero appena appena percettibile.
Non è scoccata una scintilla che mi ci farà tornare sopra nè approfondire l'argomento, ma è solo questione di pelle. Magari in futuro, chi lo sa.
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