Eccellente flusso ambient da parte di una oscura formazione di San Francisco, dichiaratamente ispirata ai film di Ingmar Bergman fin dal nome del progetto stesso mentre Fragments of night trae linfa dai suoni (non meglio precisati) del 1969. D'accordo, è una gran bell'annata da cui trarre spunto, però gli IK riescono ad essere ottimi esponenti dell'ambient organica dei giorni nostri, un po' ossianica e ronzante, ma mai troppo legata ad un singolo filone.
Infatti i vari temi che si sviluppano in questa suite di 42 minuti sono di un magnetismo che ha del magico. Il suono è sporcato da intromissioni concrete ai limiti dell'industriale, fatto frullare da drones insistenti, cullato su bordoni basinskiani, solcato da sax ipnotici, ma nulla di tutto questo prevale sull'altro. Consigliatissimo agli estimatori che sono forse un po' stanchi dell'inflazione.
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