Sospesi fra dilatazioni space e indulgenze post-rock, i californiani Mirza avevano la piena potenzialità per ambire ad un posto su Kranky, o per diventare esponenti mondiali dell'impro-psych del 2000. Invece esaurirono le loro cartucce per minuscole etichette in poco più di 2 anni e poi si separarono in parecchi progetti a me, ahimè, completamente sconosciuti.
In poco più di mezz'ora, Anadromous vedeva un quartetto molto coeso e compatto a dispetto delle inevitabili dispersioni. Un flusso sonoro che non si cura minimamente dell'aspetto compositivo ma punta tutto sulle tessiture chitarristiche e su una ritmica sciolta. Le altalene quiet/loud anticipavano certe tendenze dell'epic-instru di lì a poco a venire. Non dei fenomeni, ma interessanti. Forse andando avanti avrebbero potuto fare cose migliori.
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