Non mi sbagliavo di molto, quando scrivevo che Rob Williams non è tanto a posto con la testa. Ai tempi in cui era il frontman degli Ubzub, SIB di Blow Up ne decantava le gesta con ardore ma io non ero ancora pronto per materiale così infiammabile ed avevo altre priorità per i miei acquisti. L'importante è che finalmente ci sia giustizia anche per quest'altro manipolo di freaks, non importa dopo quanto tempo. Oggi iscrivo questo nome così freak al club più nobile dei freaks di tutti i tempi, in quanto autore di un tracciato che inizia dai Residents (i costumi sul palco, le gag e le scenette teatrali), passa dai Throbbing Gristle (le barriere di rumore bianco, le ritmiche meccaniche) e dai Chrome (le saette impazzite di una chitarra acida e sulfurea), per terminare in un buco nero in cui possiamo verificare come avrebbero suonato Butthole Surfers e Dead Kennedys se si fossero persi il punk a pie' pari.
Alien manna è un'ora abbondante di delirio vulcanico in cui ogni eccesso è speso bene. Difficile descriverlo, oltre a quanto scritto prima. Come rivelato dallo stesso Williams intervistato da SIB, questo il manifesto programmatico: Volevamo veramente assalire chiunque con la nostra musica. La nostra musica era un vaffanculo al mondo. Se piaceva, bene. Se non piaceva, anche meglio: significava che avevamo raggiunto lo scopo.
Nessun commento:
Posta un commento