lunedì 21 settembre 2015

Sky Needle ‎– Rave Cave (2012)

Anomalia assoluta, questi australiani di Brisbane che potrebbero rappresentare la trasposizione ai giorni nostri dei Godz o dei Cromagnon, oppure dei Residents senza senso dell'umorismo nè velleità teatrali. La particolarità principale è che non nascono come musicisti veri e propri, anzi, gli strumenti se li sono costruiti da soli, auto-garantendosi così l'originalità del suono. C'è una chitarra/basso a body quadro con lenze da pesca al posto delle corde, ci sono le percussioni casalinghe, e c'è soprattutto questo fiato geniale che è costituito da due pompe a soffietto di quelle che servono per gonfiare i canotti o i materassini, collegate ciascuna a due tubi che in cima hanno un ancia; il performer gioca di piedi e di mani e tira fuori questo suono che sembra una via di mezzo fra un boozouki ed un clarinetto (ma a tratti sembra addirittura un violino scordato!).
A corollario di questo sgangheratissimo impianto c'è una vocalist molto brava che rappresenta l'elemento musicale e aiuta a rendere più digeribile la proposta. Il tutto è rigorosamente improvvisato, al punto che ogni loro concerto è sempre diverso. In un intervista dichiarano che sarebbe impossibile per loro replicare qualsiasi cosa, persino i pezzi degli album, e sorprendentemente la cantante stessa sarebbe la più convinta sostenitrice della teoria.
Rave cave è composto da 9 pezzi di durata abbastanza breve ed è irresistibile. Impossibile definire questa musica: potrebbe essere un folk dell'altro mondo (per l'appunto, quello in cui gli strumenti classici sono stati aboliti) ma non renderei loro giustizia. Gli Sky Needle vanno classificati come custodi di un'originalità che, pur brada che sia, va tenuta stretta vista la rarità di sorprese in questi anni.

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