Una delle grandi sorprese dell'anno scorso è stato il debutto (!) su disco non destinato a sonorizzare nulla. Per sorpresa intendo in termini di qualità, perchè è alquanto scontato che a 67 anni il regista non cerchi rivoluzioni copernicane ma si limiti a fare ciò che gli riesce meglio; creare strumentali di grande effetto e tensione.
Lost themes credo che ispiri odio o amore, senza tante medietà di sentimenti: le sonorità sono vintage in tutto e per tutto, per non dire hauntologiche ma suonerebbe come un mezzo insulto. Fondamentali gli apporti del figlio Cody e del chitarrista Davies, accreditati come co-autori dell'intero lotto; forse è proprio questo il segreto della bellezza dell'insieme, cioè che scaturisce da un lavoro di gruppo. Si sente il dna carpenteriano, a tratti si penserebbe beh questa esce da Halloween, questa esce da The Fog, e invece no; sono tutti pezzi nuovi e come JC stesso ha dichiarato, ci si è divertiti un sacco perchè c'era totale libertà. Vecchio, grande marpione.
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