Splendido esempio di commistione fra folk, progressive ed acid-rock ad opera di questo oscuro trio inglese. Deus-ex machina della situazione era il chitarrista/compositore Derek Noy, in possesso anche di una voce potente ed espressiva. Assieme a lui il fiatista Bairstow, con cui aveva realizzato il debutto Sorcerers nel 1969. Con l'acquisto del batterista Conlan, i JDDG fecero il salto di qualità e diedero alle stampe questo clamoroso secondo e purtroppo ultimo.
L'idea di fondo era tutto sommato simile a quella dei Comus, anche se concretizzata con risultati piuttosto diversi; quella di sviluppare le basi folk tipicamente britanniche, pregne di sensazioni celtiche, e portarle su dimensioni epiche/progressive, ma con una grinta ed una veemenza nuova. Operazione perfettamente riuscita nei 19 minuti di Sun Symphonica, cavalcata complesssa di una bellezza impareggiabile. Sul lato B il matrimonio proseguiva felicemente con la pastorale Call of the wild e con la sfuriata acida della title-track. Imperdibile.
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