A dimostrazione che il post-funk è stata l'unica branca uscita realmente rinvigorita dalla new-wave della new-wave della new-wave degli anni zero, ci sono stati i primi due album dei Mi Ami, esempi brillantissimi di come si potesse suonare ancora queste filiazioni con credibilità.
Su Steal your face ci sono ben poche differenze rispetto all'esordio: il trio suona sempre con vigore ed impeto trascinanti per tutta la scaletta (unica pausa, l'acido panoramico di Dreamers), con i soliti e semplici ingredienti, salvo forse una maggior esposizione della chitarra grattugiata e sbilenca di McCormick, sempre più isterico nel suo salmodiare in falsetto. E' stato il loro testamento post-funk, vista l'immediatamente successiva svolta elettronica (discutibile nei risultati, quasi scontata nelle intenzioni).
Nessun commento:
Posta un commento