Bizzarro, storto e geniale esordio di Marcœur, batterista/clarinettista dalla vena cabarettistica e surreale proveniente da Digione. La scuola è senza dubbio quella dei grandi maghi irregolari, Zappa e Beefheart, ma come giustamente faceva notare Vlad, il prodotto finale era europeista in tutto e per tutto.
Marcœur registrò il disco insieme al chitarrista/bassista Patrice Tison, con le composizioni guidate dagli strumenti di riferimento: ritmiche e percussioni in grande evidenza, fiati che si sbizzarriscono, vocalizzi beffardi e humour profusi a volontà. Fu un notevolissimo anticipo delle tendenze RIO che si svilupparono nel vecchio continente un paio d'anni più tardi. Geniaccio da annoverare nella schiera dei maestri.
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