Terzo ed ancora ultimo disco del duo di Bristol, che conoscemmo all'epoca del debutto come un'entità molto promettente ma ancora un po' acerba. Alla prova della maturità i FB dimostrano di saper mescolare un sacco di citazioni e riferimenti, indifferenti a qualsiasi carenza di coesione ma determinati nel saper costruire qualcosa di dannatamante concreto e capace di attirare le simpatie di pressochè tutte le correnti elettroniche, moderne ed antiche.
In ordine sparso, l'ascolto di Slow Focus mi rivela queste suggestioni: Aphex Twin, i corrieri cosmici, i Boards Of Canada, i Trans Am, John Carpenter, i Future Sound Of London, l'industrial-rock degli anni '90, i God Is An Astronaut. Una gran bella compilation virata sul saturo, grazie alle asperità poste in essere dal duo: proprio questa la trovata più originale, come una caramella rivestita di carta vetrata. Esemplari.
Loro sono fra i miei ascolti più o meno fissi in cuffia.
RispondiEliminaEeeh, in cuffia dev'essere un suono bello potente.
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