Giovane dj figlio di un artista multimediale cileno, di base a New York, che a 20 anni ha pubblicato questo brillantissimo esordio all'insegna di un esuberanza smisurata.
Potrei definirlo soft-downtempo o cantautorato da club. Dotato di tatto e sensibilità, Jaar spiattella metronomie ponderate, languide cascate di piano elettrico, vocoder sornioni, spunti eleganti di jazz modificato geneticamente in salsa elettronica, quasi più a dare importanza al centellinare dei suoni che alle strutture compositive, che tuttavia sono eccellenti.
L'esuberanza si sfoga in un coacervo di stili che forse avrebbero meritato più omogeneità; fattore da imputarsi probabilmente alla giovane età, ma che stile. Inevitabile far ripartire la scaletta più volte, per scovare dettagli altrimenti non colti. Entusiasmante.
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