Classe 1951, una giovinezza da freak migrato in India a studiare canto, Dudon ha dedicato una vita alla creazione di strumenti in grado di suonare sott'acqua e generatori di suono tramite fasci di luce. Per i dettagli tecnici e bio abbastanza esaustive rimando a questa pagina o a questa, di sicuro molto interessanti ma in un certo senso persino ininfluenti, giacchè il mondo sonoro di Dudon sarebbe intrigante anche se avesse usato tastiere elettroniche, synth o qualsiasi equipaggiamento standard per l'ambientalista che si rispetti.
E Dudon lo è, nonostante la sua discografia ufficiale sia rimasta limitatissima. In questo lungo cd ci troviamo di fronte a suoni atipici, con uno spettro sonoro spiazzante; droni avvolgenti, spirali compresse, eppure inseriti in una musicalità che può ricordare suggestioni etniche, ma senza mai avvicinarsi alla new age: piuttosto difficile da paragonare ad altri artisti del genere, forse soltanto a Steve Roach per attitudine, ma con una peculiarità tutta sua. Per questo motivo, un ascolto obbligatorio per gli amanti dell'ambient.
Nessun commento:
Posta un commento