Il nostro prode Riccardo riparte con un nuovo moniker e dà una sterzata al suo glorioso filone chamber-core, ormai giunto a saturazione e quindi bisognoso di appartarsi.
Sopra Inward Circles (citazione letteraria che si riferisce ai cerchi concentrici interni agli alberi) si posano nuvole dense e plumbee. Skelton incupisce le atmosfere, le carica di tensione e fa passare i suoi archi un attimo in secondo piano, in favore di una ambient cupa ed imponente. Si dà al drone inquinato di scorie elettroniche, uno stile che non è certo innovativo ma la sua mano inconfondibile prende il sopravvento col passare dei minuti, gettando il cuore oltre l'ostacolo con una seconda metà del disco formidabile.
Non è il suo top assoluto, onestamente, ma vorrei sapere quanti skeltoniani pensano che sia possibile superare le vette di 6-7 anni fa.
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