A dispetto dell'immagine ombrosa e tutto sommato rude dei componenti, il quartetto americano dei CAS esegue in realtà un indie-dream-pop delicato e soffuso, curatissimo ed omogeneo in questo primo omonimo. Il chitarrista / cantante Greg Gonzalez, che detiene il marchio da una decina d'anni a seguito di massicci turnover in formazione, possiede un timbro vocale sottile e quasi femmineo, al punto che ascoltandolo a scatola chiusa lo direi più appartenere a donna mascolina che a uomo, e scrive canzoni con uno stampino fumoso ed illuminato, che prende su da Mazzy Star, Beach House e Slowdive con la consapevolezza di chi vuole provarci spudoratamente (basta leggere un'intervista per capire che razza di ruffiano è questo barbuto texano). E la stoffa sembra proprio averla; K., Opera House, Each Time You Fall In Love e soprattutto Apocalypse (ma che diavolo, non mi si stacca più dalla testa da un paio di giorni, maledetta...) sono piccole perle di manuale dream-pop che riscaldano il cuore e riconciliano col melodismo. E pazienza se l'ultimo terzo del disco perde drasticamente in qualità....
domenica 12 maggio 2019
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