martedì 7 maggio 2019

Umberto Maria Giardini - Live Covo, Bologna 04/05/2019


Mia terza presenza ad un concerto di UMG, e l'ingiustizia prosegue senza pietà. Soltanto un centinaio di presenze sabato sera al Covo, per la tappa casalinga del tour di Forma Mentis. Non è che si spera in un exploit di popolarità da parte sua, soprattutto alla luce di un disco spigoloso (si fa per dire, almeno nelle sonorità) che l'ha fatto perlomeno rinascere dopo le risacche un po' stanche di Futuro Proximo. Ma il fatto che non raccolga consensi resta inspiegabile, a mio parere.
Un po' si spiega anche con l'età media del pubblico, che direi aggirarsi fra i 35 ed i 40 anni. Di certo Umberto non fa proseliti fra i più giovani, ed il suo prezioso cantautoriato resta radicato in un auto-classicismo che difficilmente subirà cambiamenti traumatici in futuro. Ma non c'è problema, ce lo teniamo noi, e anche stretto. 
L'acustica del Covo, si sa, è il suo punto debole. Lo scuro tunnel non favorisce l'impasto di un set che è fragoroso. Tant'è che dopo il 2/3° pezzo, Umberto chiede al pubblico se il volume è troppo forte. Ha ragione, è vero, ma è troppo educato e sensibile per insistere, e nessuno si sente di ammettere e fare outing che sì, i volumi sono assordanti e forse non basterebbe neanche arretrare di 20 metri per assaporarlo meglio. Per cui il pubblico risponde NO, lui sorride e dice Va bene, allora andiamo avanti.
Il trio che lo sospinge è valido. Il chitarrista, ormai fido da diversi anni, è chirurgico e ne apprezziamo le piccole varianti. Il batterista picchia forte, forse un po' troppo, ma è altrettanto preciso. Il bassista fa il suo, l'unico appunto è dovuto alle sue espressioni facciali...
Umberto è il solito, infallibile mostro vocale, e graffia forte anche con le sue Gibson, soprattutto con la SG.  Il repertorio è recentissimo, pesca soltanto dagli ultimi 3 album (neanche un estratto dalla Dieta dell'imperatrice, peccato....), ed ha il suo top nell'energetica accoppiata di Argo e Materia Nera, di gran lunga il frangente più alto di Forma Mentis.  
Dopo un ora e mezza di set, usciamo con le orecchie un po' tramortite nella fredda serata bolognese. Il Covo resta sempre una leggenda dell'alternatività felsinea, e gli vogliamo comunque bene.

 

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