Il secondo album di Marco Giambrone, che stempera l'umiltà infinita del sensazionale debutto in favore di una solennità diffusa ed un'ampiezza di arrangiamenti che al primo ascolto fa storcere un po' il naso. Il nostro sembra esser stato fulminato dall'influenza pesante di Michael Gira, ed il gradimento di Mr. Swans peserebbe parecchio in un giudizio superficiale di Drowning At Low Tide.
Ma dopo un secondo ed un terzo ascolto mi ricredo e, scoprendone gli episodi più ispirati (Holy Flames, A Place e Last Dream Of A Tree), mi rendo conto che il siciliano dopotutto è un capitale rurale prezioso per il nostro paese, un artista in grado di ricevere risonanza internazionale e pazienza se Silent Carnival era più bello; era molto difficile fare un seguito a quell'altezza.
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