mercoledì 15 gennaio 2020

Unmaker - Firmament (2018)

Un altro consiglio ben centrato di Fabio Danieli (datato 30/12/2018, ma ormai i miei tempi sono questi), direi specializzato in revival moderni del post-punk, che diventato 40enne ostenta ancora una vita bella attiva. Unmaker è un quartetto della Virginia, nato per iniziativa di un cantante punk ed un chitarrista metal (a me oscure le formazioni di provenienza), che con Firmament debutta con un bel colpo da pilota automatico (o elaboratore digital-cibernetico) della composizione punk-wave più sulfurea e corrosiva, ma con dei tratti distintivi troppo particolari per passare inosservato o bollato come sterile tributo a chicchessia.
Il cantante, la cui impostazione nasale è chiara mutuazione di quella gloriosa stagione, per timbro e modulazione sembra veramente la versione anfetaminica e tarantolata di un Ian McCulloch o di un Jon King (ma anche quella terrorizzata di un Tony Hadley, per assurdo). La chitarra, una fornace incessante di tessiture alla Geordie Walker, ma visto il retaggio inevitabilmente meno arty e più cruenta. La ritmica, sapientemente spezzettata ed elastica, mette in mostra un'ottimo batterista, tecnicamente superiore alle medie degli originali. A completare l'irresistitibile insieme, una compattezza di suono granitica ed i pezzi, mai mediocri ed in alcuni casi clamorosi (Children of the clouds, Used Future, Through The Firmament, Sura / i).

1 commento:

  1. Grazie a te per le innumerevoli scoperte! A più riprese mi hai motivato ad uscire dal mio raggio d'azione e ascoltare roba valida. Non per niente seguo i tuoi music flashing.

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