L'unico disco di SW negli anni '80, ben distante dalle precedenti prove con i Bros ed ancora di più da quel tenebroso Tilt che lo vedrà tornare dopo un decennio.
Climate Of Hunter pertanto è un oggetto misterioso, non soltanto nella sporadica carriera dell'artista, ma anche relativamente al periodo ed ancor di più nel decennio. Si tratta di un disco formalmente impeccabile, suonato e prodotto in maniera millimetrica (con ospiti di tecnica ineccepibile), in grado di aggiornare all'epoca il glorioso cantautorato sinfonico del Nostro (Sleepwalkers Woman, Dealer), ma con una decisa accelerazione delle ritmiche verso una forma di new-wave di eleganza sopraffina (Track 3, Track 5, Track 7) e con episodi ancor più anomali come l'incrocio di tutto di Rawhide, la spettrale Track 6, con il sax dissonante di Evan Parker sugli scudi, e la finale acustica Blanket Roll Blues, una cover rarefatta di country-jazz per chitarra e voce che chiude in maniera controversa un disco che resta una felice anomalia isolata nella carriera di SW.
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