Interessante reperto dalla Grande Mela di fine millennio. I Factory Press altro non erano i futuri Calla (Valle, Magruder e Donovan + Gannon, collaboratore saltuario ma ricorrente) con l'aggiunta di un cantante, tal Hampton. Quindi, soltanto un anno prima del folgorante debutto Calla, i ragazzi texani contattarono il mitico Kid Congo Powers e volarono a NY per farsi da lui produrre questo The Smoky Ends Of A Burnt Out Day.
Si tratta di un album sorprendentemente affascinante, che rivela solo in parte ciò che i Calla saranno in grado di fare. Se si riesce a passare sopra l'incapacità del cantante (punto debole clamoroso del complesso, davvero scarso), ci si trova alle prese con un art-maudit-rock la cui principale influenza appare essere Nick Cave (Gun shy, The teardrop affair), ma virato in un'aurea sonnolenta e svanita, intrisa di quello spleen e quella desertica malinconia che ritroveremo ben presto (Avoid the wires, Screen the interference, Static). La chitarra di Valle, sorniona ed incisiva, risalta ed infioretta gli scenari già con un carisma notevole. Con un vocalist degno della situazione (non necessariamente Valle stesso), ne sarebbe uscito un piccolo capolavoro.
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