In occasione del decennale di Eingya, Keith Kenniff ha voluto tracciare una linea non soltanto artistica ma anche commemorativa. Pochi dubbi sul fatto che si sia trattato del suo massimo capolavoro, ed evidentemente i riconoscimenti esterni gliel'hanno confermato. Così ha voluto diffondere, in via autonoma, 7 out-takes risalenti a quel periodo, e la cover lo conferma; nell'apribile di Eingya si vedeva una coppia disegnata di spalle, in Remembrance appare il tratto da esso tagliato; le due mani che si tengono.
Vainglory apre ed è subito un sussulto: non c'è alcun dubbio, la matrice è quella e ci eravamo persi un altro gioiello di downtempo cantautoriale strumentale. Il resto della mezz'ora non replica quei livelli, bensì si mantiene su toni più dimessi, squisitamente cinematici, drumless, contemplativi.
Chiamarli scarti sarebbe un insulto, anche se in effetti di tali si è trattato. Remembrance assume comunque un suo senso, nella discografia di Helios, non soltanto per l'importanza storica del suo contesto.
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