venerdì 23 aprile 2010

Helios - Eingya (2006)

L'Elio americano (per l'esattezza di Boston) non è un simpaticone dedito allo humour-rock, bensì un ragazzo dal solidissimo background e dagli studi fondati che ha maturato uno stile colto e raffinato di ambient metà suonata e metà elettronica. Essendo io un grande fan di Idaho da tanti anni, ascoltando questo splendido Eingya ho spalancato bene le orecchie e ho concluso che questo è il disco su cui avrebbe dovuto cantarci sopra Jeff Martin, lasciando perdere gran parte dei passi falsi strumentali dell'ultimo The lone gunman. Lasciando perdere i paralleli, credo proprio che Keith Kenneff abbia la personalità e l'inventiva di razza di un grande compositore di soundtracks, che però sa ricreare scorci e paesaggi veramente emozionanti. Fra riverberi cosmici e soffici arpeggi di acustica, l'ora di tranquillità passa che è un piacere, senza mai tediare. Allo stesso modo del suo contemporaneo folk-singer Barzin, credo che Helios faccia parte di una nuova generazione di musicisti americani che hanno già una maturità invidiabile: checchè ne dicano filosofi del rock o reduci 'n'roll, è vero che stiamo vivendo tempi di guerre e di privazioni di valori, ma questi ragazzi sanno trovare le loro emozioni autonomamente, che non sono necessariamente negative o fintamente positive.
E comunque, insisto sul fatto che una collaborazione con Jeff Martin sarebbe una bomba.

(Originalmente pubblicato il 23/03/2008)

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