Alla ricerca dello spazio? I benemeriti Hawkwind forse sono uno di quei gruppi la cui musica col passare degli anni è invecchiata parecchio, ma si sa che il vino buono sta nelle botti antiche! Già al secondo disco il capitano Dave Brock si trovava un rimpasto della formazione, dovendo gestire il bassista degli Amon Duul Dave Anderson che lascerà subito dopo polemizzando per non essere stato accreditato come co-autore dei pezzi, Huw Lloyd-Langton che lascia dopo un bad trip all'isola di Wight, Dik Mik che va e viene e così via. In search of space comunque è un apoteosi hippy-space-rock di grande effetto; You shouldn't do that è una jam di un quarto d'ora che già di per sè è un piccolo classico minimale, con quelle spirali di sintetizzatore e audio generator, gli svolazzi di sax e flauto del grande Nik Turner, le rasoiate wah-wah di Brock e una ritmica motorik (da non sottovalutare l'influenza che già stavano esercitando su certo kraut-rock). Bellissima l'intro malinconica di You know you're only dreaming, un oasi di quiete e tranquillità che si tramuta in digressione psycho in maniera magistrale. Master of the universe diventerà un classicissimo dei loro interminabili live, anche se obiettivamente non eccezionale. Un autentico inno all'Lsd si rivela invece Adjust me, gorgo buio ed abissale dal finale horror-sci-fi. Trascurabili gli altri due pezzi in scaletta, due folk insipidi.
Negli anni successivi personaggi determinanti come Lemmy Motorhead e Simon House collaboreranno ad opere superiori, ma soltanto per la facciata A In search of space guadagna un ottimo posto nella sterminata discografia del "vento rapace".(Originalmente pubblicato il 20/03/2008)
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