Dico veramente, oggi pensavo di scrivere su Powertrip e lo ascoltavo perchè mi chiedevo "ma per quale motivo i MM post-Dopes to infinity sono sempre stati così scadenti? Non è che mi sono sbagliato?"
Raramente mi auto-smentisco, e neanche stavolta è successo. Così meglio buttarsi su un masterpiece come Superjudge, che
ai tempi passavo in heavy rotation sul mio stereo, mi dava una carica
stupefacente e veniva osannato da Beppe Riva su Rockerilla. Era il top
dello stoner, era più diretto e viscerale dei pur grandi Kyuss, e
quant'altro. Poteva piacere al freak amante degli Hawkwind, al
nostalgico dei primi Stooges e Blue Cheer, e non dispiaceva neanche al
grunge-kid.
Non lo ascoltavo sicuramente da più di 10 anni ma ancora oggi, al di là dell'aspetto affettivo, Superjudge resta
un grande disco, anche grazie ad una perfetta produzione major che
rendeva giustizia al loro sound (non come il predecessore Spine of God,
dall'impatto un po' smorzato nonostante l'eccelso materiale, su indie),
con pochi momenti sottotono e tanti vortici di effetto devastante, come
succede nella prima metà: Cyclops revolution, Twin Earth, Superjudge, Cage around the sun sono
i perfetti manifesti del loro space-core che non sa solo assestare
mazzate e far schizzare orbite ma sa anche fornire momenti di
meditazione astrale. Nel secondo lato invece s'intensifica la pesante
influenza Hawkwind, con l'inevitabile cover Brainstorm e la quasi cover Dinosaur Vacuum, ci sono rocciose entrate hendrixiane (Elephant Bell, Stadium) ed il tradizionale omaggio al raga indiano con la conclusiva Black Balloon.
Acquisisce così peso la mia opinione che, a partire da Powertrip non
sono più stati i Monster Magnet, ma il mestierante Wyndorf con dei
freddi collaboratori, tutti intenti a versare contributi a scapito del
passato.
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