giovedì 7 ottobre 2010

Grifters - Rarities (2009)

Assemblato da qualche fan affiliato al benemerito What.Cd, Rarities è quella compilation che i memphisiani non hanno mai realizzato in vita e che mette un po' d'ordine nelle frattaglie sparse fra singoli, splits e various artists a cui hanno partecipato nel loro quadriennio di gloria, 1992-1995.
In altri 3 post qui ho decantato la mia passione per il quartetto, che resta per me una delle realtà alternative più ignorate e ingiustamente dimenticate. Il tempo non indebolisce la forza debosciata, la sporcizia lo-fi intrisa di noise e melodie epidermiche, di scossoni tellurici e fasi statiche, il tutto nel nome di una reale forma di blues deviato e moderno. Dal 1992, epoca del disastrato esordio So happy together, una pesantissima Under the ground colata lavica di fuzz e distorsioni maniacali. Poi ci sono 3 pezzi da Crappin' you negative, estrapolati in versioni differenziate da altrettante compilation di indies oscure. Look what you've down to me, power-ballad senza batteria, tesissima ed intensa. I'm drunk compatto blocco granitico di punk-blues. Dildozer e Corolla hoist altri blues-noise fratturati e dissonanti.
Ma la dimostrazione di creatività si vede anche in altri campi: Daydream riot inizia come un pop-core alla Replacements per poi effettuare una virata cosmica davvero inaspettata. E del 1995 è forse uno dei pezzi migliori che hanno scritto: Empty yard è una inquietante meditazione per beat simil-meccanico, pianoforte e violoncello ad affiancare l'impianto garantista delle chitarre di Taylor, Shouse e Lamkins.
Rarities è ovviamente indirizzato ai fans, oltretutto i Grifters erano profondamente anni '90 e non potrebbero interessare a nessuno che non li abbia conosciuti ai tempi. Ma ci tengo a ribadire che il loro era onesto artigianato metropolitano di blues moderno.

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